Contro il  COVID-19, un esercito di missionari

Contro il COVID-19, un esercito di missionari

Contro il COVID-19, un esercito di missionari a fianco dei propri alunni

di Giuditta Castelli 


Scuola e Sanità sono i due pilastri sopra i quali si erge una società civile in tempo di crisi. Una crisi tanto inaspettata quanto violenta davanti alla quale sono crollati i castelli di carta fatti di certezze e frivolezze. Nulla vale di più della salute, della libertà e dall'assenza delle paure! Non lo eravamo noi adulti, non lo erano i nostri ragazzi, preparati ai tanti “no” che la gestione della crisi impone. Per questo le regole vanno rispettate. Una grande lezione di civiltà questa, la più grande in termini di storia e di educazione civica, di igiene, di economia, che sicuramente aiuterà a crescere tutti.

Le scuole riapriranno il prossimo settembre ma l’anno scolastico non sarà perduto e continuerà  la didattica a distanza che impegna un esercito di docenti senza orario o giorni di riposo.

Gli insegnanti in prima Linea contro il Covid-19.  

Sono molte le famiglie che finalmente si sono rese conto di quanto importante sia la Scuola e di quale grande lavoro ogni giorno compiono gli insegnanti. È stata ed è dura per molti genitori il cercare di mitigare l’impatto forte del cambiamento negli stili di vita quotidiano: come l’andare a scuola, incontrare i compagni, i giochi all'aperto, lo stare in gruppo, il dare risposte ai tanti perché dei ragazzi.

 C’è poi la paura che la lunga assenza dalle lezioni possa in qualche modo pregiudicare il già appreso. Molti genitori stanno sperimentando anche l’inefficacia dei loro divieti dinanzi all'uso improprio dei video giochi, stanno toccando con mano quanta poca autorevolezza hanno per incidere sulle condotte dei figli.

Certo si poteva fare sicuramente a meno del COVID-19, ma fra tanto male almeno il giusto riconoscimento a quella parte di società che a fatica tentava ancora di dare regole ed esigeva rispetto: la Scuola.

Quell'esercito di insegnanti e docenti d’Italia che ancora una volta si sono messi in gioco, forti del loro coraggio e soprattutto del legame forte che li lega ai propri ragazzi. Pochi o tanti i mezzi a disposizione stanno sperimentando l’insegnamento a distanza.

La ministra Lucia Azzolina promette di dotare tutte le scuole degli strumenti digitali necessari. Ma ci si domanda se davvero fosse necessario il Covid -19 per portare alla luce i grandi buchi del sistema scolastico italiano. Attenzione, squilibrio fra le strutture e la dotazione degli strumenti, e non di certo delle competenze e delle professionalità dei docenti.


Roberto Granato RaggiJPG

Interessante è l’intervista al professor Roberto Granato Raggi, docente animatore digitale all’ISCNORD di San Benedetto del Tronto, che ha illustrato le strategie digitali messe in atto nel suo istituto, supportato dal Team dell’Innovazione, i docenti Liliana Marzetti, Irene Valorosi, Silvio Pellizzon, Nazzarena Marinelli. “Gli studenti sono stati coinvolti non solo attraverso l’utilizzo delle classiche funzionalità del registro elettronico a ma anche con tutte le implementazioni che sono state attivate dallo stesso per esempio il modulo informatico delle “Classi virtuali” inserendo all’interno dello stesso videolezioni, contenuti digitali, compiti e appuntamenti “Live” per mantenere un contatto umano oltre che didattico, infatti gli appuntamenti in videoconferenza con i ragazzi sono pensati per poter fare lezione, raccogliere domande e poter mantenere il confronto classe-docente linfa vitale della didattica, pertanto non si è mai interrotto il continuum didattico docente-allievo” logicamente con l’ausilio anche di piattaforme come WeSchool, Registro elettronico Spaggiari, Skype e tante altre. È ancora il caso di dire con Albert Einstein che: “È l’arte suprema dell’insegnante: risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza”, anche a distanza.